
L’8 dicembre per noi bambini nati a Finale Ligure era il giorno delle “giostre”, dalla fine dell’estate apettavamo con ansia l’arrivo dei calcinculo e degli autoscontri, picchiavamo i mostri nelle casa degli orrori e prendevamo nasate nel labirinto di vetro, i più corraggiosi si mettevano in fondo al galeone e comunque per tutti quanti noi era un gran bel giorno di festa.
Io, però, avevo un piccolo rito da compiere prima di uscire di casa. Mi infiltravo nella camera dei miei fratelli più grandi, rovistavo tra i vinili e mettevo sul piatto “Imagine”, album del ’71, di John Lennon, lato A e traccia numero 3, cantavo a squarciagola in una lingua improbabile finchè non mi si inceppavano le parole in gola dalla commozione.
Forse non sapevo ancora cosa significava soffrire sul serio però sapevo che nel mio mondo “da grande” non avrei avuto John Lennon.
In realtà mi sbagliavo perché anche oggi a distanza di 40 anni da quel giorno di merda io apro youtube, cerco Jealous Guy e la canto a squarciagola.
Daniele Decia